La Madonna della Favara: Quando Kuntisa ritrova la sua luce
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Tra fede, storia e tradizione, la festa che unisce una comunità
A Contessa Entellina, l'8 settembre è molto più che una data sul calendario. È il cuore sacro dell'anno, il giorno in cui la comunità si stringe attorno alla sua patrona, Maria Santissima della Favara. Una festa patronale che affonda le sue radici nel lontano 1660, quando il Vescovo di Girgenti ne autorizzò la solenne processione, ma che oggi vive di un'energia unica, fatta di devozione, folklore e un calore che accoglie come a casa.
Per ogni contessiota, ovunque si trovi nel mondo, questa festa è un richiamo profondo. È il momento del ritorno, del ritrovarsi tra compaesani, di riempire le vie del borgo di voci e abbracci. È un evento che unisce l'anima religiosa a quella culturale e turistica, attirando ogni anno visitatori da tutta la Sicilia e dal resto d’Italia, desiderosi di assistere a uno spettacolo di fede e tradizione autentica.
L'attesa e la bellezza: i preparativi della festa
Il clima inizia a scaldarsi già dal primo settembre, con l'alborata che annuncia l'inizio dei festeggiamenti. Il paese si veste a festa: le vie principali, il percorso che segna la processione, si illuminano di luminarie artistiche. Uno spettacolo che brilla anche sulle facciate delle due chiese principali, simbolo della doppia anima di Contessa: quella di rito greco-bizantino e la quella di rito romano, la chiesa latina, che custodisce gelosamente il tesoro della comunità: la statua della Madonna della Favara e la sua splendida “Vara".
Il giorno del cuore: l'8 settembre
L'8 settembre è il giorno più atteso. La mattina è dedicata alla solenne processione che vede il vescovo, il clero dell'Eparchia di Piana degli Albanesi in preziosi paramenti, le autorità, la banda musicale e una folla di fedeli, molti dei quali indossano i suggestivi costumi tradizionali albanesi, salire verso la chiesa latina.
Qui, tra canti e preghiere, si celebra la santa messa, in un momento di commossa partecipazione della comunità.
Nel pomeriggio, la statua della Madonna viene preparata per il suo trionfale passaggio. Posta sopra la “vara”, è impreziosita con i tantissimi ex voto e gioielli d'oro donati nei secoli dalla devozione popolare. La statua, un capolavoro scolpito da Benedetto Marabitti nel 1652, con i suoi lineamenti che ricordano da vicino l'Odigitria di Calatamauro, è la protagonista indiscussa. E la "vara" che la trasporta, realizzata nel 1838 grazie al contributo di tutta la comunità, è essa stessa un'opera d'arte di grande valore, tutelata dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo.
La processione serale: forza e devozione
Quando cala la sera, la festa raggiunge il suo apice. I circa sessanta “portatori" si fanno carico del peso sacro della “vara” e, con passo sicuro e devoto, la sollevano sulle spalle per condurla in processione attraverso le vie illuminate del paese.
È uno spettacolo di forza e fede commovente. Il culmine di questa fatica è la spettacolare salita finale davanti alla chiesa latina. Qui, i portatori, ormai stremati ma carichi di energica devozione, si esibiscono in un va-e-vieni emozionante, un "sali e scendi" rituale che precede l'ingresso trionfale della Madonna nella sua chiesa, tra gli applausi e la commozione della folla.
I festeggiamenti, che nella settimana precedente l'8 settembre animano Contessa con spettacoli musicali e teatrali, si concludono così, in un abbraccio collettivo che già promette di rinnovarsi l'anno successivo. È l'anima di Kuntisa che si mostra in tutta la sua bellezza.
