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Nuove scoperte archeologiche sulla Rocca di Entella

Bilancio positivo della campagna di scavo condotto dalla Scuola Superiore Normale di Pisa, a settembre e ottobre, alla Rocca di Entella. Nuove importanti acquisizioni aprono ulteriori prospettive di ricerca sulla Sicilia antica e medievale. 

La ricerca è stata condotta nell’ambito della convenzione con il Parco Archeologico di Segesta dal laboratorio Saet nel sito archeologico di Contessa Entellina, sotto la direzione scientifica di Anna Magnetto e Maria Cecilia Parra (Università di Pisa).

Le attività – che come sempre hanno coinvolto anche numerosi studenti della Normale, oltre a tirocinanti delle Università di Pisa, Firenze e Padova – si sono svolte dall’11 al 30 settembre e si sono avvalse del supporto logistico e finanziario del Comune di Contessa Entellina e dell’Azienda Vitivinicola “Donnafugata s.r.l.”.

In particolare – fanno sapere dalla Scuola Normale di Pisa – è proseguita l’indagine nel vallone orientale della Rocca, che ha portato alla luce ulteriori contesti e materiali connessi ad attività di culto, tra cui una grande vasca-pozzo scavata nella roccia (per uso votivo?), dal cui riempimento vengono anche alcuni oggetti in bronzo di pregevole fattura. Lo scavo nel settore a Nord Ovest del complesso medievale ha interessato l’area antistante agli edifici di epoca protoellenistica messi in luce nelle precedenti campagne, e ha confermato la sequenza delle fasi costruttive e abitative. 

Si sono anche messe in luce nuove strutture murarie, in grandi blocchi di gesso, che si integrano nella planimetria del complesso architettonico che sta prendendo forma. Il previsto restauro della laminetta in piombo inscritta, rinvenuta arrotolata e coperta da una coppetta capovolta vicino alla fondazione di uno dei muri individuati quest’anno, potrà forse dire di più sulla funzione del complesso edilizio e dell’intera area.

L’area è stata frequentata anche nel Medioevo, come testimonia da una parte un silos per cereali scavato nella roccia – di un tipo frequente nella valle del Belice -, dall’altra una sepoltura di rito islamico, di cui si attende la datazione radiometrica per collocarla correttamente nel contesto delle vicende dell’Entella medievale.

Tra i ritrovamenti più interessanti, sottoposti in questo momento allo studio e approfondimento degli esperti, una sepoltura araba: un unico corpo, forse di un operaio, che è sistemato secondo l’uso musulmano, su un fianco con il viso rivolto a sud est verso la Mecca, e una mano a sostenere la guancia. Altri ritrovamenti fanno pensare che l’area delle sepolture sia più vasta.

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